Quando ricorrere alla protesi di spalla: intervista al dottor Alberto Picinotti

Quando il dolore alla spalla diventa cronico e limita i movimenti quotidiani, la chirurgia protesica può rappresentare una soluzione efficace e duratura. Su questo argomento, abbiamo intervistato il dottor Alberto Picinotti, specializzato in Ortopedia e Traumatologia dal 1997 e con una lunghissima esperienza nel settore della chirurgia della spalla. Autore di una trentina di studi scientifici e pubblicazioni, è iscritto dal 1996 alla Società Italiana di Chirurgia della spalla e del gomito e dal 1999 è stato accettato per curriculum alla Società Europea dello stesso settore.

In questa intervista, ci accompagna alla scoperta dell’intervento di protesi di spalla: quando è indicato, come si svolge, quali sono i tempi di recupero e cosa aspettarsi dopo l’operazione.

1. Quando è indicata la protesi di spalla?

Quali patologie portano alla necessità di una protesi?
Le principali indicazioni all’intervento sono il dolore persistente e la limitazione funzionale nella vita quotidiana. Dal punto di vista clinico, i casi più frequenti riguardano le rotture irreparabili della cuffia dei rotatori e l’artrosi della spalla, cioè danni gravi e non riparabili alle cartilagini articolari.

L’intervento è riservato solo agli over 65?
Non necessariamente. Sebbene sia più comune dopo i 65 anni, la protesi di spalla può essere indicata anche in pazienti più giovani, soprattutto quando l’articolazione è compromessa da fratture pregresse, traumi o condizioni degenerative gravi. In alcuni casi, anche un cinquantenne può dover ricorrere a questo intervento per recuperare l’uso funzionale del braccio.

2. Tipi di protesi e tecniche chirurgiche

Esistono diversi tipi di protesi di spalla?
Sì. Le principali sono due:

  • Protesi anatomica, che riproduce l’anatomia naturale della spalla: la componente sferica è nell’omero, quella concava nella scapola. È indicata solo quando la cuffia dei rotatori è integra o in buone condizioni.
  • Protesi inversa, più utilizzata soprattutto sopra i 70 anni, quando i tendini non sono più riparabili. In questo caso, si invertono le componenti: la parte sferica è impiantata nella scapola, e quella concava nell’omero. Il movimento del braccio è garantito da muscoli esterni alla spalla, come deltoide, trapezio e pettorali.

Come si sceglie il tipo di protesi?
La scelta dipende dalle condizioni del paziente e dalla sua anatomia. Esistono anche vari modelli e sottotipi, proposti da diverse aziende. È fondamentale che il chirurgo sia in grado di personalizzare l’impianto sulla base del singolo caso, selezionando il dispositivo più adatto tra diverse opzioni, senza adattare il paziente alla protesi.

3. Il post-operatorio e la riabilitazione

Cosa succede dopo l’intervento alla spalla?
La degenza ospedaliera dura in media 3 giorni. Il percorso più impegnativo inizia a casa, con una riabilitazione della spalla guidata da un fisioterapista specializzato.

  • Primo mese: utilizzo di un tutore per 2-3 settimane, con limitazioni nella vita quotidiana.
  • Secondo e terzo mese: fisioterapia graduale, inizialmente passiva, poi attiva.
    Le prime valutazioni cliniche si effettuano a 90 giorni dall’intervento.

Quando si torna a una vita normale? E allo sport?
In genere, dopo 3 mesi si può riprendere una vita normale. Per quanto riguarda l’attività sportiva:

  • Caccia: dopo 2 mesi
  • Ciclismo e motociclismo: 3-4 mesi
  • Tennis: circa 3 mesi
  • Corsa leggera: anche subito dopo l’intervento

4. Risultati, durata e aspettative

Il dolore alla spalla scompare del tutto dopo l’intervento?
Non completamente. Nella maggior parte dei casi, il dolore si riduce drasticamente, ma può persistere in forma lieve (10-15%), specie in caso di sforzi o cambiamenti climatici. È possibile una certa sensazione di affaticamento muscolare con attività intense.

Quanto dura una protesi di spalla?
Le moderne protesi inverse di spalla hanno una sopravvivenza dell’86% a 15 anni. I dati più recenti fanno ben sperare anche per una durata media di 20 anni.

Va sostituita nel tempo?
Non sempre. È però fondamentale un monitoraggio periodico, con una radiografia ogni 2-3 anni, per verificare eventuali consumi dell’osso attorno alla protesi. Interventi correttivi precoci possono evitare una sostituzione completa. L’importante è non trascurare i controlli post-operatori.

5. Il Centro Chirurgico Toscano: un punto di riferimento per la chirurgia della spalla

Quali sono i punti di forza del Centro Chirurgico Toscano in questo ambito?
Dopo 15 anni di esperienza nella chirurgia ortopedica della spalla, Centro Chirurgico Toscano rappresenta un ambiente altamente specializzato. Il personale di sala operatoria è perfettamente formato e abituato a gestire le varie tipologie di protesi, supportando al meglio il lavoro del chirurgo.

Cosa può aspettarsi un paziente che si affida al Centro Chirurgico?
Competenza, esperienza e sicurezza. Al Centro Chirurgico Toscano sono stati eseguiti oltre 1.000 interventi di protesi di spalla, rendendo questa chirurgia parte integrante della nostra pratica quotidiana. Non si tratta di un intervento “di routine” — perché in medicina la routine non deve esistere — ma di un’operazione che sappiamo gestire con grande affidabilità e attenzione.

 

 

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