Chirurgia della caviglia: tecniche, patologie e recupero – intervista al dott. Di Bisceglie

La chirurgia della caviglia è una disciplina altamente specialistica che negli ultimi anni ha conosciuto un’evoluzione significativa, passando da tecniche tradizionali a soluzioni sempre più personalizzate e mirate. In questa intervista abbiamo incontrato il dottor Francesco Di Bisceglie, ortopedico specializzato in chirurgia del piede e della caviglia, che ci racconta il suo percorso professionale e l’esperienza maturata accanto a grandi esperti del settore. Con lui approfondiamo le patologie più comuni che colpiscono la caviglia, le opzioni chirurgiche disponibili, i tempi di recupero e il ruolo fondamentale della riabilitazione, con un’attenzione particolare alle esigenze di pazienti sportivi e non sportivi.

Ci racconta qualcosa del suo percorso professionale e di come è diventato specialista in chirurgia della caviglia?

Durante il terzo anno di specializzazione, mentre lavoravo con il dottor Mugnaini a Poggibonsi, abbiamo iniziato a discutere delle possibili ultra-specializzazioni. Io ero già attratto dalla chirurgia della caviglia e mi è stato suggerito di seguire per qualche mese uno specialista del settore.

Ho quindi svolto oltre sei mesi di fellowship con il dottor Federico Usuelli presso l’Istituto Ortopedico Galeazzi, che è uno dei maggiori esperti in chirurgia protesica della caviglia e nelle patologie di piede e caviglia. Questa esperienza mi ha fatto appassionare a una nicchia molto particolare che richiede trattamenti sempre più specialistici.

Quali sono le patologie della caviglia più comuni che richiedono l’intervento chirurgico?

La caviglia è un’articolazione particolare perché, al contrario dell’anca e del ginocchio che si degenerano nel corso degli anni, subisce molto le conseguenze di eventi traumatici. Le cause principali che possono portare all’intervento chirurgico sono:

  • Fratture e deformità post-traumatiche che alterano l’asse articolare;
  • Microtraumi ripetuti e distorsioni frequenti che provocano instabilità legamentosa;
  • Instabilità cronica e deformità secondarie che aumentano il rischio di artrosi;
  • Danneggiamenti cartilaginei e lesioni osteocondrali;
  • Artrosi di caviglia: in passato spesso trattata con fusione (artrodesi), mentre negli ultimi 15–20 anni c’è stato un aumento delle protesi di caviglia e delle sostituzioni protesiche.

Quali sono le tipologie di intervento per la caviglia e come si sceglie la tecnica più adatta?

La scelta della tecnica dipende molto dalla patologia, dall’entità del danno e dall’aspettativa del paziente. Le opzioni principali sono:

  • Chirurgia mininvasiva e artroscopica: utile per ricostruzione legamentosa, trattamento di impingement anteriore o posteriore, rimozione di corpi mobili e correzione di piccoli danni osteocondrali.
  • Chirurgia di salvaguardia dell’articolazione (joint-preserving surgery): interventi mirati ad allineare l’articolazione e ridurre il sovraccarico su aree danneggiate. Si trattano anche le  osteotomie e le correzioni dell’asse: in presenza di deformità post-traumatiche o disallineamenti che provocano sovraccarico focalizzato.

 

  • Protesi di caviglia e artroplastica: indicata nelle artrosi avanzate o in casi selezionati quando la conservazione articolare non è più possibile.
  • Artrodesi di caviglia, che è sempre un valido trattamento, soprattutto nei casi estremamente complessi o nei fallimenti della chirurgia protesica.

La scelta è personalizzata: si valutano l’età, l’attività quotidiana o sportiva, il grado di degenerazione articolare e le eventuali patologie associate del piede o del retropiede.

Quali sono i tempi di recupero dopo gli interventi di chirurgia della caviglia?

I tempi variano in funzione dell’intervento effettuato:

  • Per l’artroscopia la ripresa dell’appoggio può iniziare già dopo 15–20 giorni, con progressiva ripresa delle attività.
  • Per la protesi di caviglia i tempi dipendono dal tipo di impianto e da eventuali procedure associate (per esempio osteotomie su retropiede o avampiede). In presenza di secondi tempi chirurgici si può arrivare a periodi di non carico di circa 30 giorni, ma in genere la deambulazione controllata è consigliata dopo 30–35 giorni.

In generale il recupero è relativamente rapido rispetto ad altre articolazioni, ma va sempre considerato il singolo caso.

Quanto è importante la fisioterapia post-operatoria e come si struttura il percorso di riabilitazione?

La riabilitazione è fondamentale. Più che lavorare solo sulla forza, spesso è necessario un recupero meccanico del passo e della corretta fase di appoggio. Il piede non è solo un insieme di articolazioni: è anche un organo di senso. Se la sensibilità e la meccanica del piede non vengono ripristinate, il paziente può avere dolore persistente o alterazioni nella deambulazione.

Il percorso di riabilitazione si concentra quindi su:

  • Ripristino del corretto appoggio plantare e della fase del passo;
  • Recupero della mobilità articolare e del controllo neuromuscolare;
  • Progressione graduale del carico e rinforzo muscolare specifico;
  • Educazione del paziente su postura, calzature e prevenzione di recidive.

Ci sono differenze di recupero tra pazienti sportivi e non sportivi?

Sì. Le differenze derivano sia dalle esigenze di ritorno all’attività sia dalla scelta tecnica effettuata:

  • Per lo sportivo si tende a privilegiare tecniche che permettano un recupero più veloce e il mantenimento del tono muscolare, della forza e dell’elasticità, compatibilmente con la sicurezza e la durata dell’intervento.
  • Per i pazienti non sportivi si valutano spesso soluzioni che possano offrire maggiore affidabilità a lungo termine e minore rischio di complicanze, anche se il recupero può essere meno aggressivo nella riabilitazione.

Che consiglio darebbe a chi sta valutando un intervento alla caviglia?

Il consiglio principale è di affidarsi a uno specialista esperto. È importante discutere in modo approfondito le necessità, cosa ci si aspetta dall’intervento e valutare attentamente pro e contro delle opzioni disponibili.

In particolare, per la protesi di caviglia, il percorso pre-operatorio e post-operatorio va pianificato e gestito con cura: non è solo un atto chirurgico isolato, ma un percorso che coinvolge scelta dell’impianto, preparazione, eventuali correzioni associate e riabilitazione dedicata.

In sintesi

La chirurgia della caviglia è un campo molto specializzato che richiede valutazioni personalizzate. Le opzioni spaziano dall’artroscopia e dalla chirurgia conservativa fino alla protesi; la scelta dipende dalla causa (spesso post-traumatica), dal grado di danno e dall’obiettivo del paziente. La fisioterapia e una gestione specialistica sono elementi chiave per un buon risultato funzionale.

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