Intervista con la dott.ssa Paola Balestri: la fragilità psicologica nei pazienti chirurgici e la sua gestione

Intervista con la dott.ssa Paola Balestri: la fragilità psicologica nei pazienti chirurgici e la sua gestione

Come affrontare la fragilità psicologica in un contesto chirurgico?

Quali strategie adottare per garantire una cura realmente centrata sulla persona?
In questa intervista, la dott.ssa Paola Balestri, Medico hospitalist presso il Centro Chirurgico Toscano, ci accompagna in un viaggio nel mondo della gestione del paziente psicologicamente fragile, un tema sempre più attuale nella medicina moderna.

Quanto è diffusa oggi la presenza di pazienti con fragilità psicologiche in una struttura come questa?

La presenza di pazienti con fragilità psicologiche è in netto aumento. Questo fenomeno è legato soprattutto ai cambiamenti sociali, culturali e relazionali che caratterizzano la nostra epoca. La perdita di reti sociali solide e inclusive ha portato molti individui — in particolare giovani adulti e anziani — a vivere situazioni di isolamento e insicurezza psicologica.

Quali sono le principali difficoltà che un paziente fragile dal punto di vista psicologico può incontrare in un percorso chirurgico?

Affrontare un intervento chirurgico è un evento stressante per qualsiasi paziente, ma diventa ancor più complesso per chi presenta fragilità psicologiche. La prima difficoltà è legata alla paura del mancato controllo. Il senso di impotenza è infatti molto forte.

Che tipo di manifestazioni comportamentali possono insorgere e come possono interferire con l’iter clinico?

Le manifestazioni sono molteplici e si possono sintetizzare principalmente in un aumento dell’ansia. Altri pazienti assumono un atteggiamento oppositivo, simile al Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP). Questo comportamento è una forma di difesa e un modo per gestire l’ansia.

Presso il Centro Chirurgico Toscano esiste un protocollo per affrontare queste situazioni?

Sì. È adottato un protocollo chiamato PDTA 19, che affronta anche le fragilità psicologiche. [
Il semplice fatto di sottoporre il paziente a una valutazione psicologica comporta un atteggiamento di maggiore attenzione da parte del personale medico e paramedico.

Quali figure professionali sono coinvolte nella gestione?

La gestione delle fragilità psicologiche coinvolge tutte le figure professionali presenti in una struttura chirurgica. Empatia, ascolto e comunicazione diventano strumenti clinici essenziali, alla pari della competenza tecnica.

Quanto incidono empatia e ascolto nella buona riuscita del percorso chirurgico?

Sono elementi fondamentali per il successo del percorso chirurgico, al di fuori della fase operatoria vera e propria. Il modo in cui viene affrontato psicologicamente il percorso chirurgico e riabilitativo ha un impatto significativo sull’esito dell’intervento.

Ricorda un episodio significativo nella gestione di un paziente fragile?

Una storia che mi ha particolarmente segnato riguarda una signora in forte conflitto familiare, e con un rapporto non buono con il figlio e la nuora. Abbiamo parlato molto e, dopo alcune resistenze iniziali, ha iniziato ad aprirsi con me, che l’ho ascoltata e le ho dato qualche consiglio. Qualche mese dopo mi ha chiamata dicendomi che          il rapporto con il figlio era migliorato. Quell’ascolto aveva risolto non solo il problema fisico, ma anche molti altri problemi emotivi e relazionali.

Qual è la sfida più grande nel conciliare la medicina tecnica con la cura della persona?

Non la considero una sfida, ma una necessità imprescindibile.
Il paziente è un essere umano completo, fatto di emozioni, sentimenti, linee emotive, non solo di organi da guarire.

Cosa distingue il Centro Chirurgico Toscano nella gestione delle fragilità psicologiche?

Abbiamo un protocollo strutturato come il PDTA 19, ma ciò che fa la differenza è la cultura organizzativa. Un approccio attento alla componente psicologica del paziente è il vero tratto distintivo.

Conclusione

La gestione delle fragilità psicologiche nei pazienti chirurgici è una realtà in crescita e una sfida che richiede un approccio integrato e umano.
Ogni figura professionale, ogni protocollo, ogni gesto empatico contribuisce al successo del percorso chirurgico.

Dietro ogni intervento c’è una persona. E ogni persona merita di essere ascoltata.

 

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